Un po’ di storia

La passione per l’informatica l’ho sempre avuta, ma l’ho coltivata più da adulto. Da ragazzino e da giovane la avvicinavo con una sorta di diffidenza. Era una seccatura, un dispetto.
Il problema erano i modelli forniti dalla tv. Vi faccio un esempio.
Avevo 12-13 anni e frequentavo un compagno di classe che aveva il Commodore 64. Una volta passammo un intero pomeriggio (ma proprio un intero pomeriggio) a scrivere un codice. Se sbagliavamo a digitare una virgola, nessuno ci avvisava, semplicemente, quando davamo l’invio il programma non funzionava. Ci capitò più di una volta e passammo ore a rintracciare gli errori e a correggerli. Finalmente ottenemmo il risultato, l’output: una mongolfiera molto molto stilizzata che partiva dall’angolo in alto a sinistra e raggiungeva l’angolo in basso a destra dello schermo. In loop.
Pensai: “tanta fatica per ‘sta cosa qua?”
In tv vedevo agire il Bat-Computer, il cervellone di Star Trek, KITT di Supercar, Automan. Cervelli elettronici che rispondevano in tempo reale e soddisfacevano qualunque domanda.
Per non parlare poi dei videogiochi. All’epoca c’erano le cassette. Ne infilavi una e dovevi aspettare che caricasse. Nel tempo che le occorreva, facevi i compiti, la merenda, guardavi la tv, accompagnavi la mamma a fare spese, cenavi e all’ora di coricarsi il gioco era pronto.
Insomma, l’informatica mi sembrava solo un grande bluff.
Quando arrivò il Dos cominciai a riprendere fiducia e a studiare. Con Windows (che dopo avrei odiato, ma che allora mi sembrava il non plus ultra) cominciai a pensare che forse l’informatica avrebbe potuto, un giorno, diventare il mio mestiere. Con l’avvento di internet decisi che mestiere lo sarebbe diventato. E cominciai a occuparmi di hardware, smontando i pc, a creare i siti internet a studiare tutto ciò che di nuovo stava nascendo. Raccoglievo i pc che la gente buttava nella spazzatura e da 3 macchine ne ricavavo una.
Una volta un amico mi disse “bravo, da 3 pc guasti, ne hai ottenuto uno perfettamente funzionante. Ora che farai?”
Io risposi “lo rismonterò”
Perché il gusto era farlo, riuscirci. Era quella la passione, la ricompensa.
Oggi vado per i 50 e questo lavoro continua a darmi da vivere. Ho allargato le mie conoscenze, imparando a fare web e social marketing, a creare gli ebook, a fare grafica e stampa 3d, fino a occuparmi anche di perizie, collaborando con gli studi legali. Cerco sempre di adeguarmi e di farmi trovare preparato per qualsiasi esigenza dei miei clienti. Chissà quale sarà l’ultima cosa che studierò prima di andare in pensione… Magari il teletrasporto.
E chissà quanto sarà grande l’invidia che proverò per i giovani informatici di quell’epoca. Loro potranno imparare bene quello e molto altro.
L’informatica è come molte cose della vita: una scoperta, una sorpresa continua.
Un viaggio meraviglioso che vorresti non finisse mai.